Buongiorno dal mio divano mentre fuori piove a catinelle.
Che bello è stato per me svegliarmi di domenica con il suono della pioggia! Queste sono le domeniche in cui prendersela mooolto con calma, fare una lunga colazione, assaporare un tè o un caffè sotto una coperta sul divano.
Questo mese esploriamo l’af-fidarci. Tradotto nelle pratiche significa che alleniamo il tenerci e il sentirci tenute. Riscopriamo i nostri piedi, che sono le nostre radici, sentiamo la forza delle nostre gambe nelle posizioni in piedi, percepiamo la centratura di alcune posizioni particolarmente stabilizzanti e ci rilassiamo con l’intenzione di abbandonarci. È partendo da un posto di fiducia, stabilità e sicurezza che saremo in grado, poi, di lasciarci andare, il mese prossimo.
Il tema della fiducia e del tenere se stessə ricorre spessissimo nei percorsi di coaching, ed è un tema che mi sta molto a cuore. Si parla di creare un suolo stabile dentro di sé, su cui sappiamo di poterci adagiare, che sentiamo ci potrà sostenere in ogni caso. Sono diversi i modi con cui coltivare questa centratura e questo tenersi, ma tutti hanno in comune l’esplorazione di se stessə, il conoscersi e l’imparare ad assecondare i propri bisogni. Siamo infatti le uniche persone a poterlo fare in modo accurato. Nessun terapeuta, coach o partner potrà mai rispondere ai nostri bisogni così come lo possiamo fare noi, e il motivo è molto semplice: la chiave sta nel sentire. È per questo che credo che praticare l’ascolto di se stessə sia di fondamentale importanza. Se vogliamo essere degli adulti in grado di prendersi cura di sé, dobbiamo partire dal ritagliarci dei momenti per ascoltarci e per assecondare i bisogni che vengono a galla. Non è facile, lo dico sempre che in questa società non c’è spazio per l’essere. Ma è necessario per imparare a tenerci più morbidamente, per sentirci radicatə in noi stessə e, se necessario, per lasciar andare ciò che non ci appartiene più.
Il coaching e lo Yoga sono due strumenti per coltivare tutto ciò.
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Ti abbraccio,
Giulia
#zenquasisempre